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17/5/19
Consegna del dispositivo MayDay da parte di Rangers alla signora Ferrato

Alda Ferrato, vittima di una rapina, riceve un encomio comunale e un kit d'emergenza dai Rangers.

Il Mattino di Padova

Rassegna stampa

Prima li ha spinti fuori casa, poi ha impugnato un coltello per difendersi, quindi ha tentato a più riprese di togliere la sciarpa dai loro volti. In mezzo tante urla e una tenace resistenza. Non si può certamente dire che sia mancato il coraggio ad Alda Ferrato, la 74enne di Solesino che, lo scorso 24 aprile, è stata vittima di una violenta rapina consumata nella sua abitazione di via 28 Aprile.

Coraggio che, ieri mattina, è stato in qualche modo premiato dal Comune di Solesino. Il sindaco Elvy Bentani e l’assessore alla Sicurezza, Orfeo Dargenio, hanno annunciato che all’anziana sarà attribuito un encomio comunale in una cerimonia pubblica. Un riconoscimento al sangue freddo dimostrato in una situazione così drammatica. L’annuncio è arrivato nel corso di un altro momento dedicato alla 74enne: la consegna in sala consiliare, da parte dell’istituto di vigilanza Rangers, di un kit d’emergenza.

Alda Ferrato ha ricevuto il kit dalle mani di Marco Meletti e Andrea Iaquinta, responsabili commerciali del Gruppo Battistolli e di Rangers. «Quando abbiamo letto la notizia della rapina siamo rimasti ammirati dal comportamento eroico della signora», hanno spiegato i due.

Alla Ferrato è stato consegnato un apparecchio che permette, con un solo clic, di entrare in contatto in pochi secondi con la centrale operativa di Rangers. «Per la legge dei grandi numeri, alla signora Ferrato non capiterà più nulla, ma pensiamo che un dispositivo come questo possa regalarle maggiore tranquillità».

Nell’occasione la Ferrato ha ricordato i momenti concitati di quel 24 aprile: «Avevo appena terminato il pranzo. Questi signori si sono presentati in casa dopo aver aperto una porta e aver abbattuto con un calcio l’altra, che era chiusa a chiave. Si sono finti carabinieri, ma vedendo il loro volto coperto da sciarpe ho capito che erano dei delinquenti e li ho spinti fuori».

La resistenza dell’anziana non è bastata: «Mi hanno buttato a terra e mi hanno immobilizzato il braccio, mettendolo dietro alla schiena. Nel frattempo avevo preso un coltello dalla cucina. Ho tentato di colpirne uno ma l’ho mancato. Mi ha detto: “Sei fortunata che non mi hai preso, se no ti ammazzavo”». Alla donna hanno sfilato una collana e gli anelli: «Uno non veniva via e quindi un ladro ha detto che mi avrebbe tagliato il dito. Fortunatamente uno della banda è sceso dal primo piano e ha invitato i colleghi ad andarsene. Ho urlato per tutto il tempo, con la loro mano davanti alla bocca, e ho anche provato a togliere la sciarpa dai loro volti». E oggi, che conseguenze porta da quel giorno? «La notte mi sveglio di colpo per via degli incubi legati a quella rapina. Prendo degli ansiolitici e non è sempre facile convivere con quei ricordi. Ho ancora male alla spalla, perché la torsione che mi hanno fatto fare al braccio è stata molto violenta, ma sto facendo esercizi e riabilitazione».

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