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22/4/23
Persone sedute intorno ad un tavolo

Protocollo "Mille occhi sulla città" a Padova per migliorare la sicurezza attraverso collaborazione tra vigilanza privata e forze dell'ordine.

Il Mattino di Padova

Rassegna stampa

La sicurezza della città parte prima di tutto dalla prevenzione: è su questa idea che è stato siglato ieri mattina in prefettura il protocollo “Mille occhi sulla città” con cui gli istituti di vigilanza privati e le forze dell’ordine padovane mirano a creare una rete di collaborazione e informazione per intervenire con maggiore efficienza e tempestività nelle segnalazioni che quotidianamente arrivano ai centralini operativi. Alla firma erano presenti i rappresentanti di 9 dei 10 istituti che operano in città, oltre ai rappresentanti delle forze di polizia.

«L’obiettivo comune resta sempre quello di rendere le strade più sicure», ha fatto presente il prefetto Raffaele Grassi. Per la prima volta in Italia, inoltre, il servizio sarà integrato da un’applicazione per smartphone appositamente creata, che permetterà alle centrali operative dei carabinieri e della questura di rilevare la posizione delle guardie giurate, e permettere così di agire con ulteriore precisione.

«Lo spirito del protocollo nazionale, già applicato con successo in altre città italiane, è quello di garantire e incentivare la collaborazione tra forze dell’ordine e istituti di vigilanza», ha spiegato il questore Antonio Sbordone. «Le guardie giurate», aggiunge, «impiegate in compiti di osservazione e vigilanza di beni, che siano statiche o in movimento, nel caso in cui dovessero essere testimoni di un fatto, come un anziano in stato confusionale, un minore non accompagnato, o anche mezzi di trasporto abbandonati o sospetti, si impegnano a segnalarlo alla centrale operativa della polizia o dei carabinieri».

Ma la vera novità sarà la possibilità di rendere tali comunicazioni bidirezionali: grazie a una speciale app, le guardie giurate saranno sempre in contatto con le centrali operative delle forze dell’ordine che potranno indirizzare le unità private per un primo intervento osservativo, nel caso in cui fossero nelle immediate vicinanze.

«Dobbiamo ricordarci che la vigilanza privata è un servizio più qualificato del cittadino medio», precisa il questore, «ma dobbiamo distinguerlo dal ruolo delle forze dell’ordine. La vigilanza avrà compiti meramente osservativi. Per chiarezza, non sarà mai chiamata sul luogo di una rapina in corso».

Quello della sicurezza resta sempre un tema attuale e sentito da molti padovani, soprattutto in alcune aree più delicate della città.

«È bene ribadire che Padova è già molto sicura», ha però rassicurato l’assessore alla Sicurezza Diego Bonavina poco prima di siglare il documento. «Questo protocollo rappresenta comunque un tassello importante per le attività di prevenzione, che si dimostreranno importanti per affiancare la polizia locale e le altre forze dell’ordine nel loro lavoro quotidiano».

Per ora i nuovi “Mille occhi sulla città” pattuglieranno solo le strade del capoluogo Euganeo, ma il prefetto non ha escluso che in caso di necessità possa essere esteso anche alle «altre entità territoriali» della provincia. «Quello che facciamo – ha aggiunto il prefetto – è affinare il sistema di prevenzione che le forze dell’ordine mettono ogni giorno in atto sul territorio del comune di Padova, in modo da ridurre il carico di lavoro sulle forze dell’ordine».

Sottoscritto nel 2010 dall’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, nonché dall’Associazione nazionale comuni italiani e dalle associazioni di vigilanza privata, il protocollo d’intesa “Mille occhi sulle città” era nato dalla necessità di alcune città di sviluppare un sistema di sicurezza che fosse in grado di integrare le iniziative pubbliche e private «all’interno di una cornice ispirata ai principi di coordinamento e sussidiarietà».

A Padova era stato firmato per la prima volta nel 2012 e, arrivato a decorso, non era stato più rinnovato. Di simile efficacia, lo scorso anno era stato invece attivato il protocollo “Controllo del vicinato” per garantire una sicurezza integrata e sussidiaria, grazie al quale cittadini qualificati possono segnalare situazioni di disordine pubblico direttamente alle centrali delle forze dell’ordine.

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